Ormai tutti oggi parlano del degrado politico che si ripercuote su tutti i livelli della società.
Le persone che rappresentano un paese devono essere le persone più capaci, più competenti, più sensibili, più lungimiranti, più sagge, più rispettabili, più… del paese. Questo è il ruolo dei leader.
Molti vedono nei leader solo l’aspetto autoritario mentre un buon leader deve essere innanzi tutto autorevole.
Non si tratta di essere di destra, di centro o di sinistra, si tratta invece di riportare la politica ed il paese al contegno dignitoso che spetta loro. Ormai da anni la politica ha perso il suo significato originario, dovremmo cambiare parola, dovremmo chiamarla per quello che è: caos, caso, rabbia, debolezza, superficialità… Sarebbe il primo passo verso la ricerca della verità: allora i giornali intitolerebbero ad esempio: “Il superficiale Tizio ha detto che, il superficiale Caio ha risposto, la scena superficiale è questa, le elezioni superficiali, i partiti superficiali…”.
Il degrado politico, o meglio il degrado caotico, casuale, rabbioso… si ripercuote sulla società civile e porta a giustificare comportamenti degradanti che invece proprio un buon leader politico dovrebbe condannare. Di fatto, chi sta a capo di un paese viene preso come esempio, diventa un role model. Se il role model trasmette messaggi rabbiosi o noiosi la società sarà in gran parte arrabbiata o annoiata.
Per questo motivo chi rappresenta un paese deve avere una condotta esemplare sia pubblica sia privata (anche nella vita privata i leader sono di fatto esempi), perché quella condotta verrà ripetuta e legittimata milioni di volte, consciamente o inconsciamente.
Se un politico dice che gli immigrati sono la causa di tutti i mali del paese, molta gente penserà che sia vero, perché questa gente crede che il politico o superficiale sappia cosa sta dicendo. Mentre l’immigrazione, e questo è il mio ambito di competenza come ex funzionario UNHCR, ha molti aspetti sia positivi sia negativi. Bisogna saperla gestire. Ed invece è proprio questo il problema: la mancanza di capacità di gestione non ciò che si deve gestire, cioè l’immigrazione. Certo gestire l’immigrazione è una grande sfida e per questo ci vogliono leader capaci, competenti, sensibili, lungimiranti, saggi, rispettabili…
Lo stesso discorso si può fare per tutte le sfide che un governo deve affrontare: inquinamento, rapporti con l’UE, educazione, prospettive economiche di crescita…
Tutto questo per dire che se la politica non ha più quelle caratteristiche che le sono proprie è il momento che i cittadini si attivino per restituire al paese la dignità e permettere la crescita.
PenSiamo si sta attivando a livello di educazione, ma è anche alla ricerca di movimenti già esistenti nella prospettiva che tutte le realtà già nate si possano unire per organizzare un’azione comune (per info: info@pensiamo.org).