E’ stata uccisa in un agguato Hevrin Khalaf, Segretaria Generale del Partito per il Futuro della Siria. E’ morta per la popolarità che aveva raggiunto grazie al suo coraggio, tenacia e convinzione che la guerra non potesse mai rappresentare una soluzione.
Per un pensatore critico, come può la guerra essere una soluzione? In caso di due litiganti, cosa si fa per risolvere il problema? Risposta: la guerra. La guerra non è altro che l’uso della forza per risolvere i problemi. Ma come si può pensare che le persone sottomesse alla forza un giorno non decideranno di reagire? La guerra è la vittoria delle emozioni distruttive su qualsiasi tentativo costruttivo di cercare una soluzione condivisa.
Una soluzione vera è quella che si raggiunge con il dialogo ma è una strada molto più ripida e difficile da percorrere, dove tutti hanno una voce che deve essere ascoltata. Il dialogo, quando si è in una situazione di conflitto, è una vera sfida, quasi sovraumana, per questo in pochi ci riescono.
Il Partito per il Futuro della Siria aveva questi come obiettivi: sostituire la lotta violenta con una lotta pacifica al fine di risolvere le controversie. Dovremmo chiederci se non è necessario smetterla di pensare di affrontare le situazioni a muso duro, a gamba tesa, mostrando i denti, cioè smettere di pensare che chi vince è quello più forte, più aggressivo, quello che domina e sottomette gli altri.
Hevrin credeva nell’uguaglianza tra donne e uomini, in una società multietnica e ci crede anche PenSiamo. Per arrivare ad un dialogo dobbiamo iniziare a pensare che la vita di ciascun essere umano è importante, per il suo valore intrinseco, perché si differenzia da un oggetto che invece usiamo per assecondare i nostri bisogni e poi buttiamo quando non serve più. Con le persone questo non si può fare.
Ci uniamo al dolore lacerante dei familiari.