Ore 00.00 del 1° gennaio 2021: quattro calici s’incontrano, il tintinnio dei bicchieri è acuto e mi sento grato di essere assieme a persone cui voglio bene. Vorrei abbracciarle e tenerle strette fino a mattina. Il 2020 è terminato. Non voglio abbandonarmi alla tentazione di considerarlo un anno catastrofico e da maledire per sette generazioni, ma preferisco vederlo come un anno che ci ha messo di fronte a grandi sfide, alla necessità di cambiamento e di assumersi responsabilità.
Prima che arrivasse il Covid-19 vivevamo nel torpore dell’abitudine e della fallace convinzione che non si possa cambiare. A marzo 2020, senza desiderarlo, abbiamo invece tutti dovuto stravolgere le nostre abitudini, profondamente e sotto ogni aspetto. Abbiamo dovuto cambiare il nostro quotidiano, le modalità di svago, le modalità di lavorare e, dannatamente, abbiamo dovuto cambiare anche il modo di stare assieme. Sicuramente, tutti i cambiamenti che hanno limitato il contatto umano sono stati sacrifici brutti, ma necessari e sarà molto bello tornare alla consuetudine.
Però una cosa positiva è chiaramente emersa: cambiare è possibile.
Lo abbiamo fatto per non precipitare nel baratro durante la pandemia, perché non dovremmo riuscirci per migliorare la realtà in cui siamo immersi?
Altro elemento importante è che il cambiamento di cui parlo e che abbiamo sperimentato durante l’anno passato, è fatto di piccole azioni quotidiane, ma portate avanti dalla collettività. Questo significa che per cambiare si può agire fin da subito, senza aspettare grandi riforme strutturali a livello legislativo ed amministrativo che sono necessarie, devono essere fatte, ma richiedono molto tempo.
Mentre attendiamo indispensabili politiche ed azioni di sostegno al lavoro, alla qualità della vita e allo stato sociale, tutti possiamo impegnarci in azioni quotidiane di cambiamento.
Ci si può chiedere allora quali cambiamenti quotidiani siano desiderabili e ciascuno di noi può provare a stilare una sua lista. La sera del 1° gennaio 2021, ho compilato il mio personale decalogo di spunti per il cambiamento che m’impegnerò a realizzare:
- Dialogare provando a capire un’opinione diversa, senza volerla soffocare con una malsana foga di assertività, che spesso non poggia su solide basi argomentative.
- Agire per convinzione e non per convenienza.
- Non alzare la voce quando discuto.
- Non essere eccessivamente geloso ed avaro del mio tempo: se condiviso diventa un bene prezioso.
- Iniziare un consumo critico, valutando la filiera produttiva e privilegiando chi porta avanti uno sviluppo equo e sostenibile delle risorse naturali e di chi lavora.
- Impegnarmi per la salvaguardia dell’ambiente, spostandomi a piedi o in bicicletta il più possibile, riducendo l’utilizzo dei prodotti monouso e documentandomi.
- Riconsiderare i miei pregiudizi.
- Portare avanti il mio impegno contro ogni tipo di discriminazione.
- Riconoscere i miei errori, dire “ho sbagliato” e trarne una lezione.
- Pensare criticamente.
La pandemia ha fatto indiscutibilmente molti danni sociali, economici, psicologici; molti di questi richiederanno tempo, riforme e politiche lungimiranti per essere sanati. Ma l’efficacia delle riforme dipenderà dal contributo di ciascuno di noi nel creare un sostrato fertile e questo sostrato possiamo e dobbiamo costituirlo fin d’ora. Ogni tempesta, una volta passata, introduce elementi di novità e presenta sempre una buona occasione per cambiare in meglio e io non voglio davvero lasciarmela sfuggire!
“Cambiare è necessario ”
Ogni essere umano, proprio
perché razionale, dovrebbe
sempre mirare a trarre inse-
gnamenti dalle esperienze vis-
sute. Tutti dobbiamo impe-gnarci con buoni propositi da realizzare in questo nuovo an-
no appena iniziato.
Bastano piccole ma concrete
cose.
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Decalogo che condivido e che proverò a vivere in questo nuovo anno di possibilità! Da ogni crisi possono nascere opportunità virtuose ndividuali e collettive…
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