All’interno della campagna “TRUST IS SMART”, la Dott.ssa Stefania Berno, psicanalista infantile, spiega perchè TRUST IS SMART IN FAMIGLIA.
Fin dai primi mesi di vita si strutturano le basi per quella che sarà la capacità di avere fiducia in sé stessi e negli altri.
Il neonato prova emozioni che non riesce ancora a comprendere e ha bisogno del genitore che tenti di comprendere quello che il neonato sta provando. È importante considerare che il genitore non può comprendere sempre ma è fondamentale essere disponibili a provarci. Per esempio, quante volte abbiamo visto l’inizio del pianto di un neonato? Il genitore che ha il desiderio di comprendere inizia a farsi delle domande sul motivo del pianto. Sarà mal di pancia? Fame? Potrebbe non essere nessuna di queste ma il neonato è in grado di percepire la disponibilità del genitore a comprenderlo per aiutarlo.
Al contrario, se il neonato non sente la disponibilità a comprenderlo o sente addirittura il rifiuto, cioè il genitore che si allontana o si arrabbia perché non riesce a tollerare le emozioni provocate in lui dal pianto del neonato, questi ne sarà spaventato. Infatti il neonato avrà paura lui stesso delle proprie emozioni perché queste non sono state accolte dal genitore che per lui rappresenta la possibilità di poter avere un contenitore che possa accogliere e digerire le emozioni provate. Per esempio, al neonato che piange nella culla vengono dati oggetti consolatori (es. il ciuccio) ma non accompagnati dal desiderio di accudire e comprendere piuttosto di zittire un pianto percepito come intollerabile dal genitore.
Bisogna rispettare e comprendere le difficoltà del genitore e non giudicarlo per questo, perché in questo scambio genitore-neonato rientrato in gioco le esperienze infantili del genitore che a sua volta può non essere stato compreso da piccolo.
E’ infatti molto importante dare un sostegno ai genitori nei primi anni di vita del bambino per permettere ai genitori di entrare in contatto consapevolmente con le loro esperienze infantili anche se difficili al fine di costruire al meglio il rapporto con i propri figli. La Tavistock Clinic di Londra, centro mondiale di ricerca per l’infanzia, che ha tra i suoi membri gli psicanalisti infantili internazionalmente più accreditati (Melanie Klein, Esther Bick, Donald Winnicot…), da anni lavora sull’osservazione madre-neonato (Infant Observation) per poter spiegare ai genitori come la struttura psicologica del neonato evolve a seguito del rapporto con i genitori. Accedendo in questo modo ad aspetti di cui i genitori non possono essere consapevoli ma che sono invece molto importanti.
Nel caso il genitore non riesca ad accogliere le emozioni del neonato a causa delle sue difficili/non sufficientemente buone esperienze infantili, è ancora possibile intervenire con l’intervento di uno psicanalista. Qui l’adulto rivive le sue esperienze neonatali e trova nella mente strutturata dell’analista il contenitore che le accoglie e le elabora definendole e restituendole al paziente in modo riconoscibile e digeribile. In questo modo il genitore ne diventa consapevole e grazie a questa consapevolezza può cambiare il suo modo di relazionarsi al proprio figlio. Ad esempio, quando il bambino piange nella culla, il genitore può, prima sentirsi sopraffatto dalla paura dovuta alla sua esperienza infantile ma potrà poi riconoscerla e quindi limitarla. A questo punto sarà in grado di attivare comportamenti più costruttivi con il neonato.