Improvvisamente e misteriosamente
reietto,
dolorosamente strappato
alla vita
nell’assordante colpevole
silenzio di troppi.
Non più uomo
ma strumento in vili mani
inauditamente
assassine.
Trasportato, spogliato di tutto
sfruttato fino all’ultimo
respiro
ridotto in cenere da chi non aveva
più forza e volontà
per opporre qualsiasi
rifiuto.
Perpetrato da chi s’era
proclamato
“razza superiore”
impropriamente arbitro
dell’altrui destino.
A perenne monito
mucchi di scomposte scarpe
e occhiali dietro una vetrina
poche baracche
sopravvissute al fuoco
dell’oblio.
E le testimonianze
dei sopravvissuti
costretti, dopo un ritroso
silenzio,
a rinnovare perennemente
il dolore
per mantenere viva
la Memoria!
Grazie Giusi, una profonda e accorata esortazione a ricordare la tua bella poesia. La famiglia è le scuole a ricordare sempre la menoria sull’olocausto e le nefandezze commesse.
Pino
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La polvere del tempo colora tutto di grigio e rende tutto uguale. E’ nostro dovere ricordare l’olocausto e tanti altri massacri che si sono succeduti nel XX. Ricordare per non ripetere. Ricordare perchè siamo uomini e non bestie.
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